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CrossFit Games 2022. Vincitori e commenti

di 18 Agosto 2023Agosto 23rd, 2023No Comments
CrossFit Games 2022

CrossFit Games 2022

I CrossFit Games 2022, tra le altre impellenze, hanno dovuto affrontare una delle sfide più grandi: il cambio al vertice. Dopo le ben 15 edizioni targate Dave Castro, in seguito al suo licenziamento nello scorso gennaio, il suo posto è stato preso da Adrian Bozman.

Il nuovo deus ex machina sarà riuscito a costruire un evento emozionante, sontuoso e gagliardo come oramai i CrossFit Games ci hanno abituato? A questo mio l’articolo l’ardua sentenza.

L’ipocrisia della bandiera

Prima di tuffarci a capofitto nella disamina del resto, permettetemi fin da subito di mettere in risalto la cosa più brutta di questa edizione: l’assenza di alcune bandiere.

Ebbene sì perché, in nome di una concezione dello sport non tanto e non solo come politica (cosa peraltro ben risaputa e vista fin dalle origini dello sport moderno), questo fatto mi è sembrato una continuazione dell’ipocrisia con altri mezzi. Una ipocrisia che, parafrasando Giorgio Orwell, potremo definire di “alcuni atleti che sono più uguali degli altri”.

Infatti, agli atleti russi e bielorussi è stato impedito di gareggiare sotto il proprio vessillo. Motivando ciò con la patetica scusa dell’aggressione russa all’Ucraina (ecco il comunicato ufficiale). Tra l’altro la categoria morale di “aggressore” non ci risulta sia stata mai applicata in occasione di altri conflitti (e parlando di conflitti scatenati, gli USA primeggiano nettamente). Quando alcuni aggressori sono più uguali di altri.

Una scena che si è plasticamente palesata nel podio maschile di cui parleremo più avanti.

Un nuovo capo ai CrossFit Games 2022

Sobbarcarsi il peso della gestione Castro non sarà stata affatto un’impresa facile per Adrian Bozman. Le aspettative a cui ci hanno abituati i Games erano indubbiamente molto alte. Oltre a questo peso “storico”, Bozman si è trovato nel più classica posizione “tra Scilla e Cariddi”: rimanere nel solco della tradizione, rischiando di dare vita ad una edizione già vista oppure innovare, rischiando di stravolgere completamente i Games?

A mio avviso il risultato è stato un’ottima sintesi tra i due approcci.

Adrian Bozman

Adrian Bozman

Il percorso verso i CrossFit Games 2022

Riprendendo la modalità inaugurata per l’edizione dello scorso anno, anche questa volta la scalata verso i Games è stata contraddistinta da quattro momenti: open, quarti di finale, semifinali e gare “last chance” (parliamo delle categorie individuali).

Gli open, disputati dal 24 febbraio al 14 marzo, si sono strutturati su 3 WOD che ciascuno degli iscritti ha effettuato nel proprio box di appartenenza.

Il 10% più forte di ciascuna delle 6 regioni in cui è stato diviso il globo (l’Italia era inserita nella regione europea) si è qualificato per i quarti di finale. Tenutisi dal 24 al 27 marzo, sempre nei propri box di appartenenza, sono stati composti da 3 WOD. Alla fine dei quali, ogni regione ha espresso un determinato numero di atleti verso le semifinali (in Europa i primi 60, in nord America i primi 120)

Le semifinali sono state disputate in apposite gare tra maggio e giugno (per l’Europa “CrossFit Lowlands Throwdown ad Amsterdam e “CrossFit Stength in Depth” a Londra).

Infine, per aggiudicarsi gli ultimi posti, tra 29 giugno e 1° luglio, si sono tenute gare a distanza chiamate “last chance”.

Una modalità di qualifica simile hanno affrontato anche le squadre (composte da 2 uomini e 2 donne). Mentre per le altre categorie in gara, giovani, master e persone con disabilità, le modalità di qualifica sono state più snelle, senza le semifinali dal vivo.

L’evento

I CrossFit Games 2022 si sono tenuti dal 3 al 7 agosto 2022 a Madison. Esclusa l’edizione “pandemica” del 2020, è dal 2017 che la città, capitale dello stato USA del Wisconsin, ospita l’evento.

Ben 590 atleti si sono dati battaglia sui campi gara: 40 uomini, 40 donne, 240 atleti master (10 uomini e 10 donne per categoria), 80 atleti giovani (10 uomini e 10 donne per categoria), 30 atleti disabili (5 uomini e 5 donne per ciascuna delle 3 categorie) e 40 squadre.

Quest’anno le categorie “individual” e squadre hanno subito solo un taglio, prima dell’ultima giornata di gara, riducendo i primi da 40 a 30 e le seconde da 10 a 5.

CrossFit Games 2022

Le squadre trascinano simpatiche balle

Gli italiani in gara

Sempre fedele al mio nazionalismo, parliamo adesso degli italiani che hanno avuto l’onore e l’onere di difendere il nostro tricolore nelle semifinali ed addirittura ai Games.

Ben 10 sono stati gli italiani qualificati ai due appuntamenti di semifinale. In ordine rigorosamente alfabetico troviamo: Giovanni Angelozzi, Elisa Fuliano, Augusto Gesso, Jasmine Ghilardi, Valentina Magalotti, Iurii Marincenco, Tommaso Pieri, Marta Ricottini, Chiara Salandra ed Enrico Zenoni.

Tra questi grande plauso va fatto ad Elisa Fuliano (5° alla gara “Strength in Depth”) ed Enrico Zenoni (5° alla gara “Lowlands Throwdown”), i primi 2 italiani che si sono qualificati per i CrossFit Games passando per le forche caudine delle semifinali.

Ma non è finita qui perché altri 3 italiani hanno gareggiato nei CrossFit Games 2022 nelle categorie master: Antonio Boldrini nella categoria 55-59 anni, Marina Novelli nella categoria 45-49 e Giulia Roggio nella categoria 40-44 anni. Ed infine, ma non per importanza, per la prima volta una atleta italiana ha partecipato ai Games nelle categorie “adapted”: Elena Pietroni nella categoria “sedia a rotelle senza funzione d’anca”. (la sua categoria non ha gareggiato a Madison ma a distanza durante le semifinali)

Come si sarà comportata la nostra compagine nazionale? Lo scopriremo più avanti. Prima parliamo della gara.

CrossFit Games 2022

Ci si arrampica sulla pegboard

La gara

Rispetto all’anno scorso, quest’anno sono tornati i nomi ad ogni evento. E di questo me ne compiaccio. Tornando ora alla ciccia della manifestazione, 13 sono stati gli eventi in cui gli atleti della categoria individual sono stati testati per determinare l’uomo e la donna più in forma della Terra.

8 sono stati invece gli eventi per le categorie giovanili, master e adaptive e 11 gli eventi per la categoria a squadre.

Fedele alla massima di “essere pronti allo sconosciuto“, Bozman ha costruito un menù sfizioso e niente affatto scontato: modalità di lavoro variegate (dai “for time” agli intervalli, passando per gli EMOM), movimenti totalmente nuovi (double under crossover, dip più camminata alle parallele), lavori incrementali con oggetti diversi (sacche e manubri pesanti), WOD su tutte le tempistiche (dai lavori anaerobici, agli impegni lattacidi fino ai lavori di potenza e capacità aerobica). Se volete farvi un’idea di cosa sia il CrossFit, vi rimando al mio articolo specifico.

Ma proprio nel 1° evento, il WOD che doveva sancire l’inizio ufficiale dei CrossFit Games 2022 e sul quale si appuntavano gli occhi di tutti, qualcosa è andato storto. Durante la prova in bici, infatti, c’è stato un errore di gestione del conteggio dei giri. Errore per cui l’organizzazione è dovuta correre ai ripari, rivedendo l’intera prova e ristabilendo la classifica corretta. Di certo un inizio un po’ traballante.

Nonostante ciò, e nonostante qualche capriccio meteorologico che ha costretto a posticipare alcuni eventi ed a modificarne altri, la gara si è palesata, a mano a mano che si susseguivano le prove, in tutta la sua potente bellezza.

Per quanto riguarda il punteggio in ogni prova, il primo posto guadagnava 100 punti, il secondo posto 97 punti, il terzo posto 94 punti, e via via a scendere riducendo di 3 punti il punteggio per ogni posizione. Dalla ventiduesima posizione, invece, i punti si riducevano di 2 per ogni posizione. Dopo il taglio degli atleti, invece, il primo sempre 100 punti mentre le altre posizioni differivano di 4 punti, mentre dalla 13° posizione si il divario era di 3 punti. (stiamo parlando degli individual)

I WOD più brutti dei CrossFit Games 2022

Poteva forse mancare la mia personale classifica dei WOD che meno mi sono piaciuti? Partiamo

3° posto: Hat Trick

Al 3° posto ho inserito “Hat Trick“: 3 giri velocissimi con scatti, 20 wall ball e 6 snatch con manubri pesanti (45-27kg) con 4 minuti di riposo tra i giri.

Evento vinto dal brasiliano Guilherme Malheiros in 3:44 e dall’Australia Ellie Turner in 3:55 che non mi è molto piaciuto a causa di quei 20 wall ball che, per atleti mostruosi come loro, mi è sembrato uno stimolo troppo risibile.

2° posto: The Alpaca

Al 2° posto della mia personalissima classifica ho inserito “The Alpaca“: un for time con una slitta da spingere, le salite alla fune senza gambe, i clean e jerk con doppio kettlebell (32-24kg).

Evento vinto dal russo Roman Khrennikov in 6:23 e dall’ungherese Laura Horvath in 6:46. Non mi è piaciuto perché, causa pioggia, è stata tolta l’arrampicata alla fune trasformandolo in una accoppiata forse un po’ monotona.

1° posto: Bike to Work

Si aggiudica il premio del WOD più brutto del 2022 proprio il 1° evento di questa edizione. L’evento “Bike to Work” formato da 75 toes to bar, 5 miglia di bici, 75 chest to bar e 5 miglia di bici.

Evento vinto, dopo i problemi e le rettifiche, dall’australiano Ricky Garard in 36:47 dalla statunitense Haley Adams in 38:23. Se uniamo il fatto che non gradisco troppo la bici, unito ai problemi di conteggio in corso d’opera, ecco spiegato il perché di questo 1° posto.

Gli atleti impegnati nella 1° prova "Bike to work"

Gli atleti impegnati nella 1° prova “Bike to work”

I WOD più belli dei CrossFit Games 2022

Era ora, fedeli al giusto contrappasso, vi rivelo i 3 WOD più belli di questi CrossFit Games.

3° posto: Jackie Pro

Sul gradino più basso del podio ho voluto inserire l’ultimo evento di questi Games. Una rivisitazione, in chiave molto più tosta, di uno degli eventi più classici del CrossFit, ossia “Jackie Pro”. In questa versione, per atleti avanzati, abbiamo 1km di vogatore, 50 thruster (43-27kg) e 30 bar muscle up.

Evento che mi è sempre piaciuto perché racchiude le 3 aree del CrossFit, pesistica, ginnastica e monostrutturale, e lo fa in maniera magistrale. E continua a farlo in questa versione “pro”. Versione pro che è stata vinta dal croato Lazar Dukic in 7:59 e dalla britannica Lucy Campbell in 8:29.

2° posto: Skill Speed Medley

Medaglia d’argento per il lavoro più “strano” di tutti. “Skill Speed Medley“: un chipper con 3 giri di 4 movimenti in cui, ad ogni giro successivo, aumentava la difficoltà degli stessi.

Abbiamo pegboard che si trasformano in pegboard senza gambe aumentando la distanza, single under che diventano double under e poi double under crossover (in cui si devono incrociare le braccia mentre si salta la corda, alla Rocky), pistol squat da effettuare senza spezzare la serie, camminata in verticale a cui viene aggiunta una piroetta e poi la partenza dalle parallele basse).

Un lavoro ad eliminazione vinto dagli statunitensi Nick Mathew e Danielle Brandon in cui si è assistito a gente che ha avuto difficoltà nei single under…

1° posto: The Capitol

Vince l’ambito premio di WOD più bello l’evento “The Capitol“, un lungo lavoro fatto da ribaltamenti di un pesante parallelepipedo (230-158kg), 3,5 miglia di corsa e poi 200m di trasporto di 2 pesanti sacche (2×45-31kg) ed infine, in un’ultima scalata sulla scalinata verso il Campidoglio della città (il palazzo governativo), altri 200m di trasporto di un pesantissimo borsone (90-45kg).

Un lavoro davvero estenuante vinto da Ricky Garard in 31:54 e dalla polacca Gabriela Migala in 33:34.

Al di là del lavoro in sé, è stato il mio evento preferito a causa di ciò che è accaduto durante la prova della statunitense Rebecca Fuselier. Vedere centinaia di persone, sia tra il pubblico che tra gli altri atleti, sostenere con vigore ogni singolo gradino di scale per supportare la spossata Rebecca, ha rappresentato fattivamente lo spirito di comunità.

Quello spirito del CrossFit in cui tutti, dall’atleta più forte fino all’ultimo sostenitore del pubblico, incitano tutti gli atleti. Anzi, l’incitamento ed il sostegno aumentano proprio con gli ultimi. Se volete vi lascio l’epica scena che vi ho descritto.

Un'atleta impegnata nella prova "The capitol"

Un’atleta impegnata nella prova “The capitol”

I vincitori dei CrossFit Games 2022

L’edizione 2022, per quanto riguarda i gradini più alti del podio nelle categorie individual e squadre, hanno riservato non una, non due ma ben 3 conferme. Infatti, tutti i campioni dell’edizione 2021 portano a casa l’aurea medaglia anche quest’anno.

Podio maschile

Sapete che il vincitore maschile dei CrossFit Game 2022, colui che può, per un anno, fregiarsi del titolo di “uomo più in forma del pianeta” non ha vinto nemmeno 1 evento?

L’unico che lo aveva fatto prima di lui è stato James Fitzgerard, il vincitore della prima edizione dei CrossFit Games, nel 2007, ma in quell’edizione c’erano solo 3 WOD

Mostrando al mondo che la consistenza e solidità delle prestazioni nelle gare CrossFit vale molto più della vittoria nel singolo evento, il ventitreenne statunitense Justin Medeiros bissa il successo della scorsa edizione e cinge sul capo nuovamente la corona d’alloro che arride al vincitore.

Collezionando il suo peggior risultato, un 18° posto, nell’evento “Shuttle to Overhead A”, con 3 piazzamenti intermedi, un 12°, un 8° ed un 7° posto, ma finendo 9 volte nelle prime 5 posizioni, Medeiros vince la gara con 1884 punti. Aggiudicandosi la bellezza di 328 mila dollari, sommando tutti i premi vinti in questa edizione.

Con 1157 punti, piazzandosi 7 volte nei primi 5 posti e vincendone 2, a soli 27 punti di distacco troviamo la medaglia d’argento, il ventisettenne Roman Khrennikov, uno dei russi su cui si è abbattuta la condanna della bandiera, e la foto del podio senza il proprio vessillo bianco, blu e rosso rimarrà emblematica.

Dopo che per ben 3 anni gli era stato negato il visto per poter partecipare (2018, 2019 e 2021), alla sua prima edizione dei Games ha finalmente mostrato al mondo tutte le sue qualità. Sul podio ha mostrato al mondo anche il suo primogenito, Lev (che in russo significa “Leone”), nato in Russia ad aprile, mentre il padre era negli USA. Assieme alla moglie erano sbarcati negli Stati Uniti solo una settimana prima dei Games.

Sul gradino più basso del podio, con 1068 punti e la vittoria di 2 eventi, ritroviamo una nostra vecchia conoscenza, l’australiano Ricky Garard il quale, dopo il secondo posto ai Games 2017, trovato positivo ai controlli antidoping, era stato squalificato per 4 anni da tutte le manifestazioni ufficiali. Il suo ritorno rinfervora l’eterno dibattito sui probabili benefici di alcune sostanze dopanti che permangono anche dopo una eventuale sospensione del loro utilizzo. Ma questa è un’altra storia.

CrossFit Games 2022

Il podio maschile “individual” dei CrossFit Games 2022

Podio femminile

È possibile vincere i CrossFit Games per 6 edizioni consecutive? La domanda, adesso retorica, da utopia oggi è diventata realtà. E tutto ciò grazie alla ventottenne australiana Tia-Clair Toomey che sottolinea ancora di più il suo posto nella leggenda

Dal 2017 questo autentico mostro di bravura, perseveranza e disciplina vince sistematicamente ogni edizione della gara. Rimanendo l’assoluto punto di riferimento, mai nessun atleta ha vinto quanto lei, con il condivisibile disappunto di tutte le altre. Ma lo sport è fatto anche di alieni che dimostrano di essere nettamente superiori anche agli atleti di altissimo livello. E lei lo ha esa-dimostrato.

Meno “asso piglia tutto” rispetto ad altre edizioni (quest’anno ha vinto “solo” 2 eventi contro le 9 vittorie del 2021 e le ben 14 del 2020), era 8° dopo il primo giorno di gara e non ha indossato la maglia di leader fino alla terza giornata di gara. Dimostrando comunque una solidità fuori dal comune, è riuscita nella vittoria finale con 1158 punti, rintuzzando gli attacchi della giovane O’Brien e della possente Horvath. È stata anche l’atleta che ha vinto il maggior premio in denaro di questa edizione, sommando tutti i premi si è portata a casa ben 343 mila dollari.

Secondo posto per la diciottenne statunitense Mallory O’Brien, alla sua seconda partecipazione ai Games, con 1045 punti. Dimostra un talento veramente impressionante, anche considerando i potenziali anni di carriera che ha. Non vince nessun evento (mentre lo scorso anno, pur arrivando in 7° posizione, ne aveva vinto uno), ma è 1° in classifica dopo i primi 2 giorni di competizione (gareggiando il secondo ed il terzo giorno con la maglia bianca del “leader”).

Conquista il gradino più basso del podio la venticinquenne ungherese Laura Horvath con 981 punti. Alla sua 5° partecipazione ai Games, con due medaglie d’argento nel 2018 e nel 2021, era in 10° posizione alla fine del penultimo giorno ma, con una grande prova nell’ultima giornata, agguanta il 3° posto.

CrossFit Games 2022

Il podio femminile “individual” dei CrossFit Games 2022

Gara a squadre

Anche in questo caso non possiamo non menzionare la vittoria di CrossFit Mayhem, capitanata da un certo Rich Froning, che arriva a 6 vittorie a squadre nelle ultime 7 edizioni (se si escluse il secondo posto nel 2017 e la non partecipazione delle squadre all’edizione “pandemica” del 2020)

Che dire, anche il buon Rich è un altro di quegli alieni che riesce a definire sempre nuovi riferimenti per tutti gli altri.

CrossFit Games 2022

Il podio “squadre” dei CrossFit Games 2022

Altri vincitori

Roman Khrennikov riceve il premio “Most improved” per i suoi decisi miglioramenti: dal 13° posto dei Games 2020, in cui aveva partecipato solo nella fase a distanza, alla medaglia d’argento quest’anno.

Il ventottenne statunitense Nick Mathew e la diciassettenne canadese Emma Lawson si aggiudicano il titolo di “Rockie of the year”, premio che evindenzia le migliori prestazioni degli atleti esordienti ai Games.

Va invece allo statunitense Noah Ohlsen, veterano con ben 9 partecipazioni ai giochi, il premio “Spirit of the Games” perché “si è allenato, gareggiato e si è comportato con calore, gentilezza e generosità non comuni”.

I risultati degli italiani ai CrossFit Games 2022

Non possiamo non iniziare dalla prestigiosa medaglia di bronzo conquistata dal nostro Antonio Boldrini, unico della categoria 55-59 che è tornato dopo aver partecipato all’edizione 2021. Essendo decaduta, causa doping, la vittoria dello scorso anno di Bernard Luzi, quella di Antonio è ufficialmente la prima medaglia italiana ai Games.

Portando egregiamente i suoi 56 anni, l’atleta ferrarese conquista con le unghie e con i denti il gradino più basso del podio, vincendo l’evento finale per soli 16 centesimi di secondo. Una soddisfazione unica che ci racconterà egli stesso nella preziosa testimonianza che trovate più in basso.

Continuiamo con il 3° posto di Elena Pietroni, ottenuto a distanza durante le semifinali, nella categoria “sedia a rotelle senza l’uso dell’anca”. Al di là del risultato, merita certamente il nostro plauso e la nostra stima per la tenacia che dimostra mettendosi in gioco, una positiva attitudine che non è da tutti. Anche lei ci ha lasciato una breve testimonianza, che trovate sotto.

Passiamo adesso alla nostra duplice punta di diamante nella categoria individual, entrambi esordienti. E, si sa, l’esordio ai Games è qualcosa di tutt’altro che facile. Enrico Zenoni termina la gara 29°, riuscendo a superare il taglio, e guadagnando il suo miglior piazzamento nell’evento “Echo Press” con il 4° posto. Elisa Fuliano giunge 35° e non riesce ad accedere alla giornata finale, mentre il suo miglior piazzamento, un 5° posto, lo ottiene nell’evento “Skill Speed Medley”.

Parliamo adesso delle due 2 veterane delle categorie master, Marina Novelli nella categoria 45-49 e Giulia Roggio nella categoria 40-44, rispettivamente alla sua 3° e 2° partecipazione ai giochi. Per Marina, che termina in 7° posizione vincendo anche l’evento “Carrying Karen”, il suo miglior piazzamento di sempre. Giulia, invece, termina in 10° ed ultima posizione a causa di un infortunio dopo il 4° evento che l’ha costretta al ritiro.

CrossFit Games 2022

Gli atleti italiani ai CrossFit Games 2022

Le testimonianze

Passiamo ora la parola direttamente ad alcuni atleti, protagonisti del percorso verso i Games e direttamente coinvolti sul campo gara dell’edizione 2023.

Elena Pietroni

Per me è stata la prima esperienza. La competizione è stata molto stimolante e sinceramente sapevo di poter far bene ma è andata oltre le mie aspettative, mi è dispiaciuto il solo fatto che sia stato tutto vissuto online per noi categoria “seated”, sicuramente le finali a Madison avrebbero portato un entusiasmo maggiore. Spero in futuro.

Augusto Gesso

Per quanto mi riguarda, l’aver vissuto le semifinals come prima esperienza per me è stato importante. Nonostante fossi abituato ad eventi nazionali e qualcuno internazionale, lì ad Amsterdam si è respirato proprio “professionismo”.

Essere in batteria, o nell’area warm up, con gli idoli di sempre, con coloro che erano già forti quando ho iniziato CrossFit nel 2014/2015, è qualcosa di impareggiabile. Mi viene in mente Gudmundsson, che nel 2014 era già un atleta Games. Essere lì in mezzo a tutti altri perché hai meritato di esserci, è qualcosa di indescrivibile.

La gara stessa è organizzata come non lo sono tutte le altre. Il corpo giudici, la logistica, ti fanno proprio capire che ti trovi nella tappa precedente i CrossFit Games. Capisci che sei veramente ad un evento importante. I workout di gara sono stati di puro CrossFit.

Ciò che può lasciare perplesso, e che ha lasciati perplessi anche alcuni atleti con cui mi sono confrontato, è il fatto che ogni organizzatore di eventi semifinals avesse quasi carta bianca sulla tipologia di workout da proporre, avendo come vincolo solo il 30% dei workout. Quindi solo 2 workout su 6 erano predisposti da CrossFit stessa. Mentre non c’era vincolo né sulla disposizione dei singoli workout né sui restanti 4. È vero che ogni evento fosse una gara a sé stante, in cui passavano i primi, indipendente dai risultati negli altri eventi di semifinale, però tutto ciò l’ho trovato strano.

Per quanto riguarda i CrossFit Games 2022, quest’anno hanno introdotto parecchie novità. Non so se sia un bene, non so se sia un male, non so se sia dovuto al fatto di mostrare che c’era stato un cambiamento anche del CEO e di una parte della dirigenza.

Sono state introdotte queste skill nuove, vedi ad esempio i double under crossover o la pegboard strict, il sandbag clean, le parallele per i dip, tutti movimenti che non si erano mai visti. È vero che ogni anno ai Games si tende sempre a proporre qualcosa, quest’anno ci sono stati parecchi elementi nuovi e hanno messo davvero in difficoltà gli atleti.

Nel complesso i CrossFit Games sono sempre fatti in modo da premiare il “fittest” e quest’anno ha vinto Medeiros. Sono stati però dei bei Games perché fino all’ultimo evento, comunque sia, il podio non è mai stato certo. I primi 3, Garard, Khrennikov e Medeiros sono stati tra i più forti e se la sono giocata fino alla fine. Avessi dovuto scommettere su qualcuno inizialmente, avrei scommesso su Garard e poi forse su Khrennikov ed invece l’ha spuntata il giovane Medeiros. Bravi comunque tutti e tre.

Bravissimi gli italiani, molto bravo Enrico (Zenoni), che è anche un mio amico, si è difeso veramente bene. Ha fatto un ottimo piazzamento in un workout, un 4°posto nel workout con i piegamenti in verticale. Anche perché, glielo dico sempre, lui è nato a testa in giù: tutti i movimenti di handstand gli sono molto congeniali. Tra l’altro, nella prova era stato inserito questo nuovo movimento, handstand push up con deficit e schiena al muro.

Molto brava anche Elisa, anche se non ha raggiunto la finale. Quest’anno gli italiani hanno dimostrato di essere sul pezzo e spero veramente che anche l’anno prossimo qualcun altro riesca a qualificarsi.

Augusto Gesso

Augusto Gesso

Antonio Boldrini

Quest’anno il percorso per i Games è stato molto più duro e ricco di insidie rispetto a quello dell’anno precedente in cui mi ero qualificato con l’undicesima posizione. Infatti, sono state necessarie ben tre selezioni (open, quarterfinals e semifinals) contro le due del 2021, gli slots disponibili erano solo 10 contro i 20 dello scorso anno ed infine erano appena entrati nella nostra categoria anche i fortissimi atleti della classe 1967.

Gran parte della preparazione è stata svolta in maniera differenziata per colpa della distorsione al polso, con lesione dei legamenti, rimediata nel luglio dello scorso anno poco prima dei Games. Durante i circa 10 mesi necessari per guarire e fino agli open quindi niente bilanciere in front rack position, niente handstand walk o handstand up.

Gli Open

Ho affrontato gli Open senza interrompere la preparazione e, contrariamente al solito, ho tentato i WOD solo una volta, anche per abituarmi alle fasi successive in cui non avrei avuto possibilità di riprovarli.
Tutto bene nelle prime due prove mentre nella terza, quella con sbarra, double unders e thruster ecco all’improvviso il disastro che poteva costarmi caro: stiramento al polpaccio durante i salti a corda con lesione di circa 1 cm.

Abbandonare? Mai e poi mai perché avrebbe significato non riuscire a rientrare nel gruppo degli aventi diritto ai quarti di finale, pari al 10% dei circa 4.400 iscritti. Pertanto, saltando con un piede solo, nonostante il dolore, sono riuscito a terminare il WOD con un tempo molto alto ma sufficiente per la qualifica.

I Quarterfinals

L’infortunio mi ha costretto ad un lavoro differenziato per 25 giorni sui circa 40 che mi separavano dai quarti di finale. Le prove, molto impegnative, sono andate bene, soprattutto quelle senza bilanciere o con bilanciere leggero (tipo i WOD 1, 2 e 3 dove sono arrivato nelle primissime posizioni), mentre in quelle di pura forza sono finito, come al solito, a metà classifica, pur facendo i miei personali nel WOD 4, il CrossFit Total (back squat 135kg, strict press 68kg e deadlift 150kg). Ho comunque strappato il pass per la semifinale a 30 con la 19° posizione.

Le Semifinals

Il gioco ha iniziato a farsi molto duro anche perché, per difficoltà dei WOD e qualità degli avversari (in buona parte erano quelli dei Games 2021 più i migliori classe ‘67 passati di categoria), il livello era certamente più alto della finale dei Games dell’anno prima.

Hanno inserito skills mai viste per la nostra categoria 55+ tra cui numerosissimi wall ball con target a 336cm o la rope climb legless. I miei avversari, a livello di forza pura, erano tutti a me superiori, tanto che nei due WOD di sollevamento (il 3 ed il 6), pur facendo le mie miglior prestazioni di sempre, mi classificavo 21° in entrambi.

Per dare l’idea, nel WOD 3 con i 30 snatch (3 serie da 10 con 43kg – 52kg – 61kg) seguiti da max rep con 70 kg fino al cap time, ho completato 11 snatches con 70 kg mentre i migliori 6/7 atleti dai 31 ai 41).  Sono comunque riuscito a guadagnarmi la finale con piazzamenti nei primissimi posti in 3 WOD su 6, classificandomi 9° sui 10 posti disponibili.

Era un sogno che si avverava: tornavo a Madison!

I CrossFit Games 2022

Essere tra i dieci finalisti mi ha riempito di felicità ed orgoglio anche perché notavo che nessuno dei miei avversari dello scorso anno era riuscito a qualificarsi, nemmeno il vincitore giunto 13°. Questo mi ha però fatto capire il livello altissimo che avrei trovato in finale.

L’esperienza ai CrossFit Games 2022 è stata vissuta con maggior consapevolezza e convinzione rispetto all’anno prima in cui mi sembrava di essere un bambino nel paese dei balocchi e dove mi era bastato esserci anche per via dell’infortunio. Avevo infatti seguito un programma specifico per un anno seguito dai mie due fantastici allenatori Alan Pellin ed Andrea Trotta di Crossfit Redwall ed ero pronto a tutto.

Un altro particolare non secondario: avrei mai potuto deludere le attese di mio figlio Matteo che mi aveva accompagnato a Madison e che mai prima d’ora aveva assistito ad una mia gara di CrossFit? Certo che no!
Quindi, gas a manetta dall’inizio alla fine.

Dopo, tre giorni di allenamenti al box Mata Leao, insieme a campioni del calibro di Medeiros, Vellner e della Adams, è finalmente arrivata la prima durissima giornata di gara con ben tre WOD e l’intermezzo dell’emozionante cerimonia di apertura: tutto perfetto tanto che alla sera ero già terzo in classifica con un evento vinto, un settimo posto e un quarto posto con la possibilità di poter fare certamente meglio nel giorno successivo.

La seconda giornata (quella più rilassante) con soli due eventi, si è conclusa con un terzo e un secondo posto e la conferma della terza piazza generale. Mancava però la terza giornata, quella con gli eventi 6,7, e 8 a me sfavorevoli e congeniali all’americano Kuhlmann, fortemente intenzionato a tentar la rimonta.

L’evento 6, è stato un Karen con i wall ball suddivisi in serie da 50-40-30-20-10 inframezzati, per ben due volte, da un carry per tutto il campo con la husafell da 150 libbre poi con due jerry bag da 100 libbre ciascuna e per finire con una sled pull durissima da spingere sull’erba sintetica.

Il risultato è stato un disastro, sia per mia debolezza nei wall ball ma anche per colpa dei miei problemi alla cervicale che mi hanno causato forti giramenti di testa, costringendomi ad un certo punto a droppare la ball facendo una rep alla volta: settimo posto finale con parziale rimonta dell’americano che dimezzava i 100 punti di svantaggio.

Dopo un post workout passato dal fisioterapista, ci hanno portati in piscina per l’evento 7, un wod a set di due minuti ciascuno con 2 vasche di nuoto e 8 calorie allo ski erg con aggiunta di due calorie ad ogni round superato.

Mi sono fermato durante il giro da 16 cal con sole 3 cal da completare. Il rimpianto è stato quello di aver perso tempo in un tratto di nuoto mettendomi a dorso (che idiozia!) per tentare di respirare meglio ma perdendo secondi preziosi anche perché giungevo quinto ad appena una caloria dal terzo posto. Intanto l’americano, grande nuotatore, continuava la sua grande rimonta arrivando secondo.

Nella classifica generale ero ancora terzo ma con soli dieci punti di vantaggio sul quarto posto equivalenti ad una sola posizione di distacco nell’imminente finale (il punteggio era infatti a scalare di 10 punti a posizione, dai 100 punti del primo fino ai 10 del decimo).

Rimaneva quindi il WOD finale al Coliseum, il numero 8, in cui per essere sicuro del podio non avevo alternative: avrei dovuto solo vincere e così ho fatto ma non è stata certo una passeggiata!

Si trattava di un WOD sprint con 25 calorie all’assault bike, 20 burpees box jump over con box a 106 cm (mani sul box ammesse) e 10 sand bag ground to shoulder da fare 2 alla volta con avanzamento di due metri per ogni set fino al traguardo. Grande preoccupazione perché per avere speranze, la sand bag andava ovviamente fatta touch and go e durante gli allenamenti al mio box mai ero riuscito a farne due di seguito.

Oltretutto in area warm up non c’erano le sand bag da provare e nemmeno il box che avremmo usato in gara.
Fortunatamente quando ci hanno portato al Coliseum, 5’ prima di entrare, abbiamo trovato una sand bag e uno dei miei coach, Alan Pellin, mi ha fatto un corso accelerato di touch and go. Ero pronto!

La tensione si sentiva forte nell’aria. Al via non mi sono lasciato scoraggiare dalla partenza folle dell’americano Egan, vincitore dei Games, che al mio fianco terminava le 25 cal alla bike quando ancora mi mancavano ben 9 calorie. Nei burpees box jump sapevo di poter recuperare e così ho fatto arrivando al momento decisivo delle sand bag pressoché alla pari con i primi.

Ho pensato che, per vincere, avrei dovuto tentare il tutto per tutto senza mai droppare la sand bag e che una esitazione sarebbe stata fatale. Man mano che si avanzava, la fatica aumentava tanto che vedevo Egan nell’ultima sezione mollare la sand bag: era quello il momento di tenere duro!

Ho stretto più che potevo, anche con le unghie, quel pesantissimo sacco di sabbia e non l’ho mollato fino alla fine delle 10 rep quando mancavano solo i due metri che separano dal traguardo. Sebben Egan fosse leggermente avanti, con un affondo allungavo il piede sinistro, quello con il microchip, e lo appoggiavo sul traguardo prima di entrambi gli americani di appena 0,16” e 0,50”.

Tripudio e adrenalina a mille: avevo incredibilmente vinto al fotofinish come in una gara di sprint sui 100 metri dell’atletica leggera ed ero terzo ai Games!!!

Vedere i coach e mio figlio in tribuna impazziti dalla gioia sono ricordi che rimarranno indelebili nella mia mente e nel mio cuore. Penso inoltre che questa finale sarà da ricordare negli annali dei Games degli age group, soprattutto per il suo epilogo di tre atleti racchiusi in 0,50“ e di una medaglia difesa con i denti per appena 16 centesimi di secondo.

Da brividi la premiazione e, in particolare, il tributo che l’organizzazione ci ha voluto regalare facendoci entrare in un Coliseum strapieno, durante le gare degli rx individual, con tutti gli spettatori in piedi ad applaudirci!

Ora un po’ di riposo prima di decidere i programmi futuri, che forse potrebbero anche portarmi lontano dal CrossFit per un po’: mi piacerebbe infatti, acciacchi permettendo, tornare a gareggiare ai mondiali di atletica, e vincere una medaglia, nella mia specialità preferita, il salto in lungo!

CrossFit Games 2022

Il podio della categoria “master 55-59” con il terzo posto di Antonio Boldrini

Conclusione

Si concludono i CrossFit Games 2022 (come anche il mio articolo) che hanno incoronato i più in forma del pianeta. Questa 16° edizione, la prima targata Bozman, è stata decisamente appassionante.

Non solo per l’impronta che il suo deux ex machina ha voluto dargli ma anche perché, nelle categorie individual, c’è stata battaglia fino alla fine. Anche se hanno vinto gli stessi atleti dell’anno scorso, Medeiros e Toomey.

Bissando la vittoria dello scorso anno, vista anche la sua giovane età, possiamo iniziare ad immaginare una “era Medeiros” dopo l’era Fraser? Alcuni presupposti vanno proprio in questa direzione.

Parlando dell’altra metà del cielo, questa 6° vittoria consecutiva di Tia-Clair Toomey sarà sufficiente per sancire la fine della carriera agonistica dell’australiana? La sua infinita sete di successi la porterà di nuovo sul campo gara oppure i suoi prossimi progetti prevederanno altri obiettivi, anche non sportivi? Chissà.

Come Italia, torniamo a casa con il bronzo di Antonio Boldrini, che ci gratifica non poco, e con la certezza che non solo diciamo la nostra nelle categorie master ma iniziamo a fare capolino anche nella categoria individual. Preludio ad ancora maggiori fortune in futuro? Anche in questo caso, lo scopriremo solo vivendo.

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Lorenzo Mosca

Con un passato agonistico nella Kickboxing una laurea con lode in Storia Contemporanea ed una in Nutrizione Umana, svolgo la mia attività di allenatore di CrossFit 2° livello e biologo nutrizionista. Dal "secolo scorso" ad oggi la mia passione per lo sport e per la conoscenza mi ha spinto a sperimentare ed affrontare nuove sfide. Sempre.