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CrossFit Games 2020. Vincitori e commenti

di 14 Agosto 2021No Comments
CrossFit Games 2020. Vincitori e commenti

CrossFit Games 2020. Vincitori e commenti

Un cambio di dirigenza che tanto odora di congiura di palazzo, la pandemia meno letale della storia, un luogo pieno di ricordi che sa di nuovo anzi di antico, i 10 atleti più forti al mondo e la riconferma dei 2 campioni assoluti di CrossFit.

Ecco in sintesi gli elementi che hanno caratterizzato i CrossFit Games 2020, edizione numero 14 dell’evento che ogni anno incorona i più forti atleti di questo sport. Games che non solo sono stati posticipati in autunno con una formula che definire minimalista è dir poco, ma che hanno seriamente rischiato l’annullamento precoce in virtù delle distopica situazione originata dalle misure prese per far fronte al Covid-19.

Mettetevi comodi perché iniziamo il viaggio attraverso i CrossFit Games 2020. E questo viaggio forse non avrà nulla da invidiare a quello di un certo Odisseo.

Congiura contro Greg Glassman?

Giugno 2020. Tutto avviene nello spazio di questo mese. Il mondo del CrossFit viene letteralmente sconquassato dalle dimissioni dello storico capo Greg Glassman. A cui, dopo un breve interregno di Dave Castro, è seguita addirittura la vendita del marchio al nuovo CEO Eric Roza.

Galeotto fu un cinguettio

Le dimissioni dell’inventore nonché deus ex machina del CrossFit sono state causate dalla furiosa e generalizzata ondata di indignazione a seguito di un singolo commento, anzi di un cinguettio. Un tweet. Ebbene sì, perché galeotte furono le parole “It’s Floyd-19” scritte dall’allora CEO in cui (forse) si volevano sincretizzare con sarcasmo, le rivolte razziali negli USA sull’onda del “Black Lives Matter”, scoppiate sul pretesto della morte di George Floyd, con le politiche messe in atto contro il Covid.

Tanto è bastato affinché, all’unisono, vari dirigenti, atleti ed aziende sconfessassero non solo il gesto ma interrompessero ogni loro collaborazione con il CrossFit, motivandola con l’infamante marchio del razzismo. Una perfetta e corale sincronia che non può non porre seri dubbi sulla spontaneità ed impulsività del gesto. Gesto che poi è stato ricalcato da tanti altri addetti a lavori, in una gara all’insegna del più pavloviano conformismo politicamente corretto.

Insomma, nello spazio di un cinguettio e senza soluzione di continuità, siamo passati da “Come osi criticare Glassman, l’inventore del CrossFit? Chi sei tu?” (anatema lanciato a chiunque ponesse domande o critiche rispetto alla metodologia CrossFit) a “Glassman deve andare via, non rappresenta il CrossFit”. Bene ma non benissimo direi.

2 domande

Difficile in questa situazione riuscire a districare il bandolo della matassa e capire quanto questo terremoto possa essere stato in esclusiva od in parte dovuto solo a quel tweet, e quanto invece possa configurarsi come una classica congiura di palazzo contro un capo che, negli ultimi anni, aveva tolto sempre più spazio (e quindi visibilità e fondi) ai Games ed all’aspetto competitivo del CrossFit.

Anche perché suona quantomeno strano che proprio molti dei stretti collaboratori di Glassman non abbiano perso tempo per dissociarsi totalmente da lui e nessuno gli abbia fornito alcun tipo di sostegno. Ergo le 2 domande che mi ronzano in testa sono:

“Ma come, conoscevi Glassman da decenni, eri un suo stretto collaboratore oltre che un amico, e non hai nemmeno cercato di difenderlo, o almeno di ridimensionare o contestualizzare il suo tweet?”

“Ma se quindi Glassman deve addirittura essere bollato come “razzista” (senza che ancora alcuno riesca a definire per bene la corretta semantica del termine) tu non te n’eri mai accorto? Per tutti questi anni è forse stato un criptorazzista senza mai rivelarsi? Oppure tu lo sapevi e non hai mai detto nulla fino ad ora?”

Domande che dubito riusciranno ad avere risposta…

Greg Glassman

Greg Glassman

Pandemia e problemi

L’altra grande “zavorra” che ha reso questa edizione dei Games così complicata e difficile, oltre la defenestrazione di Glassman, è stata senza ombra di dubbio la grande questione legata al protagonista indiscusso del 2020. Protagonista la cui importanza sembra essere inversamente proporzionale alle sue dimensioni. Parliamo ovviamente del famigerato Sars-Cov2, il virus a RNA che sta cannibalizzando ogni pensiero, parola, opera ed omissione durante questo giro della Terra attorno al Sole.

Tralasciando ogni altro discorso e considerazione sul virus e sulla malattia Covid-19 (di cui ho parlato in maniera approfondita in un articolo specifico) concentriamoci su come abbia influito sui Games.

Nessun annullamento

Dave Castro, il direttore dei CrossFit Games, non ha voluto annullare questa edizione dei Games, come ad esempio è stato fatto dal CIO ad esempio per le olimpiadi di Tokio (tenutesi nel 2021).

Nonostante chiusure e confinamenti negli USA oltre al blocco globale degli spostamenti tra gli stati, non ne ha voluto sapere di sospendere l’edizione dei Games ma, già dal mese di aprile 2020, ha preso la decisione di cambiare la località ospitante. Non più Madison nel Wisconsin, città che dal 2017 ha ospitato i giochi (e probabilmente tornerà a farlo nel 2021) ma Aromas in California, la storica prima sede dei Games nel 2007.

Nuova modalità

Ad agosto invece Castro ha preso la decisione, sempre in virtù della situazione Covid, di cambiare totalmente la modalità di svolgimento dei Games 2020: fuori le categorie giovani, master e squadre, fuori i campioni nazionali (modalità inserita nei Games 2019 che non aveva mancato di suscitare polemiche) e gare solo per la categoria “individual” ma con doppio evento.

Infatti i 30 uomini e le 30 donne vincitrici degli Open e delle gare “sanctional”, avrebbero prima svolto una eliminazione ciascuno a casa propria nel mese di settembre. E solo i primi 5 uomini e le 5 donne avrebbero gareggiato “de visu” ad Aromas nel mese di ottobre.

Qualsiasi decisione fosse stata presa avrebbe indubbiamente fatto felici alcuni e scontentato altri ma crediamo che l’intento di Castro sia stato quello di conciliare la massima competizione annuale di questo sport con le esigenze, i limiti e le costrizioni che hanno contraddistinto questa distopica era.

Dave Castro

Dave Castro

Nuova modalità (i Games in 2 tempi)

Dopo gli Open 2020, che hanno coinvolto la bellezza di oltre 239 mila partecipanti (numero che comunque è inferiore di circa un terzo rispetto al 2019), e dopo i soli 5 eventi “sanctional” svolti prima delle cancellazioni causa Covid, analizziamo la prima delle 2 fasi dei CrossFit Games 2020: la modalità a distanza.

La modalità a distanza ha quindi coinvolto 30 uomini e 30 donne, si è svolta nei giorni 18 e 19 settembre 2020 ed è stata strutturata in 7 eventi totali. Ciascun atleta svolgeva i workout nel proprio box di appartenenza (o dove preferisse) ed il tutto veniva filmato ed inviato al quartier generale, deputato a stilare le classifiche e decretare i primi 10 atleti (5 uomini e 5 donne) che si sarebbero scontrati nella fase finale.

Tra questi 60 che si sono conquistati sul campo il privilegio di sfidarsi a suon di WOD, gli USA sono in assoluto il paese più rappresentato con 16 uomini e 12 donne. Con 7 uomini e 1 donne il Canada è stata la 2° compagine nazionale per rappresentanza. Mentre l’Australia, con 3 uomini e 5 donne, è risultata essere il 3° Stato per numero di atleti. Ad onor del vero c’è da dire che mentre negli uomini vi era una minore rappresentanza nazionale, con 7 nazioni in tutto, nelle donne il numero era maggiore, con 11 nazioni rappresentate.

I 7 eventi a distanza

I 7 eventi che hanno scandito questa fase, sia per questioni logistiche sia anche per la necessità di essere riprese in video, sono stati di durata medio bassa. Infatti, se escludiamo l’evento 5 “Nasty Nancy” che è durato tra i 18 ed i 23 minuti e l’evento 8 “Handstand Hold” che è durato 20 minuti, gli altri 5 eventi hanno avuto una durata sotto i 10 minuti, ed alcuni sotto i 5 minuti.

Tra i 7 WOD, ben 4 sono stati riproposizioni in versione “dura” dei grandi classici del CrossFit universalmente nominati con nomi al femminile: “Friendly Fran”, “Damn Diane”, “Nasty Nancy” e “Awful Annie”. Altri 2 figurano tra i più utilizzati test per valutare alcune capacità organico muscolari: il massimale di front squat per la forza massima e i 1000m di vogatore per la potenza aerobica. Infine la già citata prova del massimo tempo accumulato in verticale libera in 20 minuti.

Tra tutti i WOD di questa modalità a distanza il mio preferito è stato “Friendly Fran”, versione potenziata del classico dei classici, il workout inventato da un certo Greg Glassman e che le leggende narrano sia il più antico WOD di CrossFit. In questa versione il celebre 21-15-9 era composto da Thruster con 52/38,5kg e da Chest to bar (trazioni al petto). Per una simpatica coincidenza, o forse no, questo WOD è stato vinto proprio da coloro che poi si sarebbero aggiudicati i CrossFit Games 2020 (se non sapete chi sono, oltre a fare tremenda ammenda, seguitate nella lettura del nostro viaggio e potrete scoprirlo).

CrossFit Games 2020

Gli atleti

Superata brillantemente la fase a distanza andiamo a vedere chi sono stati i 10 atleti finalisti che si scontrati di persona nella fase finale dei CrossFit Games 2020, che si è tenuta nelle campagne di Aromas, in California, dal 23 al 25 ottobre 2020.

I 5 uomini uomini finalisti, scanditi in base alla classifica della 1° fase sono stati Mathew Fraser, Noah Ohlsen, Justin Medeiros, Samuel Kwant e Jeffrey Adler. Le 5 donne finaliste, anch’esse citate in base al punteggio della 1° fase sono state Tia-Clair Toomey, Brooke Wells, Haley Adams, Katrin Davidsdottir e Kari Pearce. Non posso esimermi dallo spendere qualche parola su ciascuno di essi. Ma questa volta procediamo a ritroso.

I finalisti uomini

Jeffrey Adler è stato l’unico a difendere la bandiera bianco rossa con la foglia d’acero del Canada in mezzo a sole bandiere a stelle e strisce statunitensi. Atleta di 26 anni, la sua prima partecipazione ai Games è del 2019, dove terminò al 33° posto. Il 2020 invece è stato foriero di una ottima prestazione agli open, in cui è stato il 1° tra i canadesi ed il 5° nella classifica mondiale, come anche di una grande prestazioni nella 1° fase dei Games. Sarà stato in grado di puntare al podio nella fase finale?

Il 24enne Samuel Kwant, con un passato nello sci di fondo, ha fatto la sua comparsa ai Games nel 2016 ed in quella edizione è stato il più giovane tra tutti gli “individual”. Ha partecipato a 3 edizioni dei Games (2016, 2017, 2019) ed il suo miglior piazzamento è stato il 13° posto nel 2019. Agli open 2020 si è piazzato 15° a livello mondiale e 4° negli Stati Uniti. È l’unico dei 5 maschi ad essere padre. La sua giovane età e la sua notevole capacità aerobica saranno stati fattori determinanti nella fase finale?

Justin Medeiros, con i suoi 21 anni, è il più giovane uomo nonché l’unico dei 5 alla sua prima esperienza con i CrossFit Games. Prima esperienza e subito tra i primi 5, ecco quello che si potrebbe definire una “partenza col botto”. Ha raggiunto i Games grazie alla vittoria nella gara “CrossFit Filthy 150”. La sua estrema voglia di emergere sarà stata la sorpresa inaspettata di questi giochi?

Per il 29enne Noah Ohlsen, che sul sito ufficiale dei Games si definisce “felice ma affamato”, l’edizione 2020 è stata la 7° partecipazione consecutiva ai Games. Partecipazioni coronate da una medaglia d’argento nell’edizione 2019 (nonché di una sfida all’ultimo punto con Frazer). Atleta tra i più forti del panorama mondiale agli open 2020 si è piazzato 6° nella classifica mondiale e 2° negli Stati Uniti. Sarà riuscito in questa edizione a scalzare finalmente Frazer e meritarsi la vittoria?

Mathew Fraser si è presentato a questa fase finale dei CrossFit Games 2020 di nuovo come l’uomo da battere. Vincitore delle ultime 4 edizioni (2016, 2017, 2018, 2019) e finalista anche nel 2014 e nel 2015 (dove è arrivato comunque 2° in entrambe le edizioni), agli open 2020 si è posizionato al 2° posto mondiale (1° negli USA). Nella 1° fase dei Games 2020, vincendo ben 4 eventi su 7, ha continuato a far vedere che è ancora lui il più forte. Nella fase finale dei CrossFit Games 2020 avrà confermato tutti i pronostici oppure no?

Finalisti uomini CrossFit Games 2020

I finalisti

Le finaliste donne

La 31enne statunitense Kari Pearce, la più anziana tra i 10 finalisti, è una veterana dei Games. Infatti l’edizione 2020 è stata la sua 6° partecipazione consecutiva. Il suo miglior piazzamento è stato un 5° posto nel 2016 e nel 2019. Agli open del 2020 è stata 1° negli USA e la 6° a livello mondiale. La sua notevole esperienza e i suoi trascorsi nella ginnastica artistica avranno fatto la differenza in questa fase finale?

Katrin Davidsdottir, 27 anni, è stata l’unica atleta a provenire dal vecchio continente, precisamente dall’Islanda e fregiarsi così della bandiera dell’antica isola vichinga. Quella del 2020 per lei è stata la 7° partecipazione ai Games, partecipazioni che negli anni precedenti l’avevano portata per ben 2 volte ad indossare la corona d’alloro del vincitore (nel 2015 e nel 2016). Nella 1° fase ha vinto 2 eventi dei 7 tra cui la memorabile atarassia durante la prova di verticale. La sua solidità ed il suo essere avvezza alla tensione del campione saranno stati armi utili nella fase finale?

Haley Adams, con i 20 anni, è stata la più giovane partecipante alla fase finale dei Games 2020. La statunitense, dopo 3 edizioni in cui ha partecipato tra i giovani, vincendo l’edizione 2016 nella categoria 14-15 anni e l’edizione 2017 nella categoria 16-17 anni. Nel 2019 ha partecipato nella categoria “individual” giungendo 6°. Nel 2020 agli open si è piazzata 32° e 13° negli USA, ma nella 1° fase dei Games ha dato prova delle sue notevoli potenzialità (c’entra qualcosa che si alleni nel box di un certo Rich Froning?). Una certa temerarietà che si associa alla giovinezza, le sue prestazioni in crescita e il signor Rich saranno bastati alla nostra Haley per fare il colpaccio nelle fasi finali?

La 25enne statunitense Brooke Wells, prima ancora che fosse iniziata la fase finale, si aggiudica, a mio insindacabile giudizio la palma delle più bella. E scusate se è poco. Per il resto, quelli del 2020 sono stati la sua 6° partecipazione ai Games in cui il miglior piazzamento è stato il 6° posto del 2016. Ma il 2020 è stata fino ad ora una stagione in crescendo, con l’11° posto agli open (2° negli USA) e il 2° posto nella fase a distanza, dietro solo a una certa Toomey. La sua notevole crescita del 2020, e le sue soavi sembianze, saranno state sufficienti a dare agli USA la vittoria ai Games?

Tia-Clair Toomey è sicuramente la donna da battere anche quest’anno. Proveniente dalla terra dei canguri, la 26enne australiana, nonostante abbia partecipato a 6 edizioni dei Games, non è mai andata sotto il 2° posto (nel 2015 e 2016) e vincendo le ultime 3 edizioni (2017, 2018 e 2019). Non vi basta? Nel 2016 ha partecipato anche alle Olimpiadi di Rio de Janeiro nella squadra australiana di pesistica olimpica. Agli open 2020 è arrivata 4° nel mondo e 1° in Australia e, nella 1° fase dei Games ha vinto 4 eventi su 7. Avrà confermato la sua superiorità anche nelle fasi finali oppure no?

Dopo aver presentato i nostri 10 finalisti, è il momento di addentrarci nella gara, nei suoi eventi e nel suo svolgimento. Insomma, il resto lo scopriremo solo continuando a leggere…

Finaliste donne CrossFit Games 2020

Le finaliste

La gara

Come brevemente anticipato in precedenza, la fase finale dei CrossFit Games 2020 si è tenuta in un luogo storico per questo sport, la fattoria di Dave Castro nelle colline a sud di San Jose, in California. Lo stesso scenario in cui si erano tenute le prime 3 edizioni dei Games (dal 2007 al 2009) come anche diverse prove singole negli anni successivi.

Questa edizione ha visto la totale esclusione del pubblico ed una rappresentativa ridotta all’osso degli uomini dell’organizzazione. Tutto ciò in ossequio alle politiche anti Covid messe in atto negli USA. Quindi i nostri 10 finalisti hanno gareggiato in un’atmosfera molto particolare, senza la calca e il fragore del tifo. La gara è durata un fine settimane, 3 giorni dal 23 al 25 ottobre 2020, ed è stata articolata su 12 eventi: 5 il venerdì, 4 il sabato e 3 la domenica.

I 12 WOD

Analizziamo più nel dettaglio questi 12 eventi. Catalogandoli in base ai movimenti impiegati vedremo che 4 WOD richiedevano 1 solo movimento, 3 eventi erano composti da 2 movimenti, 3 eventi comprendevano 3 movimenti e solo 2 eventi erano composti da 4 movimenti. Dal punto di vista invece della durata degli eventi, ben 6 eventi sono durati meno di 5 minuti (anche molto meno), 2 movimenti dai 5 ai 10 minuti, 2 eventi dai 10 ai 20 minuti e 2 eventi intorno ai 60 minuti.

Tra gli eventi alcuni sono stati prove di forza e potenza massimale, come il “CrossFit Total” con massimale di back squat, shoulder press e deadlift; o come “Snatch Speed Triple”, un piramidale di singole di strappo con pesi crescenti (fino a 83kg per le donne e 130kg per gli uomini). Altre sono state prove molto veloci a cavallo tra sistema lattacido e potenza aerobica, come “Corn Sack Sprint”, uno scatto di 320 metri in salita con un sacco di 22/13kg; o come “Handstand Sprint” in cui si doveva camminare in verticale per circa 90 metri nel più breve tempo possibile.

Altre ancora hanno coinvolto maggiormente il sistema aerobico dal punto di vista della capacità, come “Ranch Loop”, lunga corsa di 3 miglia per pendii e terrenti accidentati; oppure ancora come il distruttivo “Atalanta” il nuovo WOD che ha ridisegnato il concetto di “devastante” (e di cui parleremo più in là).

Essenziali ed efficacissimi

Tecnicamente parlando questi Games non hanno proposto nessun movimento o gesto particolare come anche nessuna tecnica nuova o particolare (sempre che fare snatch con oltre 100kg posso essere definito “tecnicamente semplice”). Possiamo definirli come essenziali ma efficacissimi nella loro tremenda bellezza, così come durissimi e ad altissimo tasso di impegno dal punto di vista delle richieste per i selezionatissimi partecipanti.

Non dimentichiamo infatti che i Games rappresentano la massima espressione di questo sport non solo per l’impegno e le prestazioni dimostrate nei singoli eventi, cosa che peraltro scremerebbe la quasi totalità degli atleti. Ma anche per via della estrema densità degli stessi eventi e della replicazione di prestazione di altissimo livello.

Stiamo parlando di atleti che effettuano prestazioni sovrumane in un singolo evento di forza massimale e poi, dopo qualche ora, li trovi a scattare camminando in verticale e poi ancora, dopo qualche altra ora, a macinare chilometri sulle colline californiane.

CrossFit Games 2020 la gara

Le donne alle prese con “Handstand Sprint”

WOD più belli

Come mio ogni buon articolo sui Games che si rispetti non posso esimermi dal formulare il personalissimo podio dei 3 eventi più belli.

Ebbene, tra i 12 eventi che hanno scandito la fase finale di questi “strani ma belli” CrossFit Games 2020, la medaglia di bronzo se la aggiudica “Happy Star”, prova in cui si dovevano completare 4 giri composti da 300m o 200m di corsa in salita e ritorno, burpees saltando sopra una sbarra e thruster, ultimi 2 in ripetizioni crescenti 5-7-9-11, con i thruster che aumentavano di peso (60-65-70-75 i kg per gli uomini, 43-47-50-52 i kg per le donne). Evento, vinto rispettivamente da Fraser e Toomey in meno di 9 minuti, che ha testato non poco i vari ambiti di resistenza che un atleta di questo sport deve possedere.

Medaglia d’argento di questa classifica se la aggiudica l’evento “Corn Sack Sprint” in cui i nostri baldi giovani hanno dovuto caricarsi un sacco sulle spalle (23kg gli uomini e 14 le donne) e scattare per 300 metri scalando una collina. Una prova brevissima (vinta da Fraser in 2’51” e da Toomey in 3’05”) ma davvero impegnativa visto che gli atleti sono partiti tutti di corsa e sono arrivati camminando. E se arrivano camminando loro, noi comuni mortali…

Medaglia d’oro, e quindi il WOD più bello, è stato il 1° evento di questa fase finale. Evento che ha omaggiato uno dei 3 storici eventi dei primi Games, quelli del 2007. L’evento infatti si fregiava del nome “2007 Reload” ed era la versione più difficile del 2° evento del 2007. L’evento 2020 era composto da 1500m di vogatore seguiti da 5 giri di 10 Bar muscle up e 7 Shoulder to overhead (106kg gli uomini e 66kg le donne). Evento vinto da Fraser e Toomey in circa 13 minuti, che racchiude i 3 domini di questo sport (monostrutturale, ginnastica e pesistica) in un workout ad alta intensità ed alto tasso tecnico. In pratica l’essenza dello sport del CrossFit.

CrossFit Games 2020

Noah Ohlsen alle prese con “2007 Reload”

WOD più brutti

Come d’uopo in ogni buon contrappasso, poteva forse mancare l’antipodio con i 3 WOD che meno mi sono piaciuti? Giammai.
E quindi andiamo alla scoperta del mio personalissimo trittico degli eventi più brutti di questi CrossFit Games 2020.

Al terzo posto troviamo “Sprint Sleed Sprint”, fulmineo evento composto da un’andata da 100 iarde di corsa, il ritorno con le stesse 100 iarde spingendo uno slitta (50/35kg) ed ancora 100 iarde di corsa. Evento durato circa 60 secondi, quindi espressione di grande potenza lattacida, vinto dai soliti Fraser e Toomey. Forse un evento troppo breve e troppo monotono che lo condannano in questa classifica.

Secondo posto per il chipper ad intervalli denominato “Swim ‘N’ Stuff” e strutturato in 4 intervalli da 4 minuti in cui, ad ogni intervallo, si dovevano fare 15/10 calorie alla assault bike, 50m di nuoto, 10 sit up al GHD e 10 slam ball (30-20kg). La somma dei tempi ha decretato il risultato finale e quindi i vincitori, nelle persone di Kwant (ogni tanto hanno vinto anche gli altri) e Toomey in circa 8:30. Un evento forse troppo spezzettato e poco avvincente.

Al primo posto di questo antipodio, e quindi il mio WOD più brutto, si è piazzato la nuova frontiera del concetto di “massacrante”, ossia l’ultimo evento di questo giochi, “Atalanta”. Se prima il “Murph” era il workout più estenuante e duro, ora non è più così. Infatti in questo “Atalanta” si dovevano completare, sempre con il giubbotto zavorrato da 10-6kg, 1600m di corsa, poi 100 piegamenti in verticale, 200 pistol squat e 300 trazioni, e poi ancora 1600m di corsa. Evento vinto da Kari Pearce in 47:56 e Fraser in 51:46 (perché si è fermato ad aspettare la Toomey per tagliare assieme il traguardo). Evento che, pur con tutta la sua carica di resistenza e sacrificio, inserisco come più brutto solo perché credo che un giorno toccherà anche a noi comuni mortali e immagino a cosa saremo sottoposti.

CrossFit Games 2020 03

Haley Adams durante “Swim ‘N’ Stuff”

I vincitori

Se avete avuto l’ardire di giungere a questo punto del mio articolo immaginate già chi siano stati i vincitori di questa edizione dei CrossFit Games. Anzi, possiamo dire che questa edizione è stata davvero parca, per non dire nulla, di colpi di scena su chi dovesse aggiudicarsi l’ambito allora di “Fittest on Earth” (il più in forma del pianeta Terra)

Sin dall’inizio, fin dalla prima fase a distanza, non c’è stata praticamente storia. Perché due persone sono state in testa per tutta la durata della fase finale, dominando l’edizione e calmierando pesantemente ogni velleità di competere per la medaglia d’oro da parte degli altri. I quali, al massimo, si sono dovuti accontentare di lottare per i metalli meno nobili.

Il podio maschile

Ecco che possiamo ufficialmente annunciare i vincitori dei CrossFit Games 2020: Mathew Fraser e Tia-Clair Toomey. Ancora loro. Sempre più loro!

Vincendo qualcosa come 10 eventi su 12, con un vantaggio di ben 545 punti sul secondo classificato, Mathew Fraser domina questa edizione con 1150 punti e diventa la leggendo del CrossFit vincendo le ultime 5 edizioni. Superando anche un certo Rich Froning, che si era fermato a 4 edizioni.

Per i seguaci di numeri e statistiche basteranno 2 soli dati: 19 e 12,38. 19 sono state le sole libre di scarto in cui Fraser è stato battuto: Medeiros lo ha superato di 12 libre nel massimale di front squat nella 1° fase e Adler di 7 libre nel CrossFit Total nella fase finale. 12,38 invece sono stati i secondi di scarto: Ohlsen lo ha battuto di soli 2” nella prova di Handstand Hold nella 1° fase e Kwant gli ha dato 8,38 secondi nella prova “Swim ’N’ Stuff”. Dopo la sua vittoria Fraser ha annunciato il suo ritiro dalle competizioni: perdita di stimoli, voglia di godersi la gloria conquistata sul campo oppure ha ceduto alle intimidazioni degli altri atleti che vorrebbero ogni tanto vincere? Lo scopriremo solo vivendo. Per lui un premio totale di 348 mila dollari. Leggendario!

Dietro la leggenda Fraser, al 2° posto troviamo Samuel Kwant con 605 punti. Nonostante pochi avessero scommesso su di lui, lavorando a testa bassa dopo anni altalenanti costellati di infortuni, il 24enne ha dimostrato una solidità ed una tenacia che in pochi avevano ipotizzato. Per lui 148 mila dollari. Complimenti!

Terzo posto, con 560 punti, per l’altra giovane di promessa di questa edizione, il 21enne Justin Medeiros. Un giovane di cui, probabilmente, sentiremo ancora parlare. Per lui 89 mila dollari. Talento!

Il podio femminile

Perfetto alter ego femminile, domina e vince la categoria femminile l’australiana Tia-Clair Toomey, con 1025 punti vincendo 9 eventi su 12. Per l’esimia rappresentante della terra dei canguri si tratta della 4° vittoria consecutive ai Games, cosa che la fa entrare di diritto nella leggenda perché mai nessuna donna aveva vinto tanto. Tuttavia, ad oggi, ella non ha manifestazione alcuna volontà di ritirarsi. Vince la bellezza di 342 mila dollari. La vedremo ancora dominare la scena?  Mitica!

Medaglia d’argento per Katrin Davidsdottir con 665 punti oltre che vincitrice del premio “Spirit of the Games” per il suo “spirito di ottimistica perseveranza e determinazione incrollabile”. Si porta a casa anche 134 mila dollari.

Medaglia di bronzo, con 585 punti, per la veterana Kari Pearce che ha incantato tutti per la prestazione superlativa nell’ultima prova, la terribile “Atalanta”. Guadagna inoltre 87 mila dollari.

CrossFit Games 2020

Il podio di questa edizione

CrossFit Games 2020: conclusioni

Anche questo consueto articolo sui CrossFit Games, che continua una tradizione che porto avanti dal 2014, si appresta a termine conclude qui. Vi dovete sorbire giusto due parole finali su questa edizione e poi abbiamo finito.

Edizione ovviamente sui generis rispetto alle altre per via della pandemia o meglio, per via delle politiche messe in atto a causa del virus SARS-Cov 2 e della malattia ad esso collegata chiamata Covid-19.

Nonostante ciò i Games sono sempre i Games. Ammirare i più forti del globo terraqueo affrontarsi nella massima espressione dello sport del CrossFit è sempre un qualcosa che non può non incantare. Anche senza pubblico, anche se in un piccolo ranch sulle colline californiane invece di stadi pieni e brulicanti di tifosi, anche se in 10 e non in 100.

Di certo un’edizione a senso unico con il duo Fraser-Toomey a fare gara a sé, e che quindi ha riservato un bassissimo tasso di imprevedibilità ed incertezza (e quindi un alto livello di emozioni da parte del pubblico), tuttavia anche questa volta i 10 finalisti non si sono affatto risparmiati nonostante gli altri 8 hanno sin da subito compreso che potevano giocarsela al massimo per l’argento.

Che dire, vedremo cosa ci aspetterà questo 2021, con la situazione “eccezionale” causa virus che inizia sempre più a prendere i contorni della non eccezione, mentre già riparte la nuova stagione con i 4 eventi degli Open 2021.

Insomma cosa ci riserverà il futuro? Lo scopriremo solo vivendo…

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Lorenzo Mosca

Con un passato agonistico nella Kickboxing una laurea con lode in Storia Contemporanea ed una in Nutrizione Umana, svolgo la mia attività di allenatore di CrossFit 2° livello e biologo nutrizionista. Dal "secolo scorso" ad oggi la mia passione per lo sport e per la conoscenza mi ha spinto a sperimentare ed affrontare nuove sfide. Sempre.