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Allenamento

L’acido lattico

di 15 Novembre 2018Maggio 8th, 2020No Comments
L’acido lattico

L’acido lattico

Sgombriamo subito il campo dagli equivoci:

NO, non è l’acido lattico il responsabile dei dolori muscolari il giorno dopo l’allenamento!

Esso è, al contrario, una molecola importantissima e fondamentale per migliorare ed efficientare le prestazioni fisiche. Chiarito questo concetto, parliamo di questa biomolecola troppo spesso denigrata (gratuitamente) ed iniziamo il nostro viaggio virtuale alla sua scoperta, al suo ruolo nell’allenamento ed alla sua utilità nello sport.

Acido lattico o lattato?

Quando dobbiamo usare il termine “acido lattico” e quando “lattato”? L’acido lattico (un acido coniugato formato da lattato più ione H+) viene prodotto dalla glicolisi anaerobica all’interno della cellula. Sempre, anche adesso che state leggendo queste righe. Però, durante sforzi ad intensità quasi massimali, la sua velocità di produzione sarà maggiore della sua velocità di conversione in altre molecole. A causa di questo processo si accumulerà nella cellula, dove verrà espulso nel sangue come lattato, lasciando lo ione H+ all’interno della stessa. Quindi, dentro la cellula parliamo di acido lattico, fuori, di lattato.

Riciclaggio del lattato

Il lattato che viaggia nel sangue può dirigersi verso diverse strade: essere convertito in anidride carbonica ed acqua; essere convertito in aminoacidi; venire trasformato in piruvato e poi in glucosio attraverso il ciclo di Cori che avviene nel fegato, così facendo il processo circolare tornerà alla sua origine. Sapevate che il 30% di tutto il glicogeno utilizzato durante l’esercizio fisico deriva dalla conversione del lattato?

L’acido lattico fa male?

Sfatiamo anche questo mito. Il bruciore muscolare che interviene quando facciamo sforzi intensi e ripetuti non è dovuto all’acido lattico ma all’accumulo di ioni H+ nella cellula che modificano il ph e non permettono la contrazione muscolare. Il dolore, dunque, è la conseguenza dello ione H+ che rimane nella cellula.

La soglia anaerobica

Esiste un battito cardiaco di soglia, personale per ciascuno, in cui l’accumulo di lattato nel sangue supera la quantità smaltita. Da quella soglia cardiaca in su, non riusciremo a mantenere l’intensità di lavoro per troppo tempo a quel livello, ma, se volessimo proseguire, dovremo dopo un po’ diminuirla. Sapete che, alla fine dello sforzo, il lattato viene riciclato e convertito in altre molecole in un paio di ore? (non può, quindi, essere la causa del dolore del giorno dopo).

Allenamento utile

L’allenamento può migliorare la velocità di smaltimento potenziando il sistema aerobico e può anche elevare la tolleranza all’acido lattico con allenamenti anaerobici lattacidi. Viste le necessarie conoscenze di fisiologia e metodologia dell’allenamento, piuttosto che credere ciecamente al “fai da te”, è sempre preferibile affidarsi ad un professionista.

In calce all’articolo non potevo non ringraziare Gian Mario Migliaccio per la sua opera divulgativa sul tema.

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Lorenzo Mosca

Con un passato agonistico nella Kickboxing una laurea con lode in Storia Contemporanea ed una in Nutrizione Umana, svolgo la mia attività di allenatore di CrossFit 2° livello e biologo nutrizionista. Dal "secolo scorso" ad oggi la mia passione per lo sport e per la conoscenza mi ha spinto a sperimentare ed affrontare nuove sfide. Sempre.